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Studi di settore in quel di Monza
Cronache dai quartieri - Anno Viscale 2007
Don Chisciotte

La storia patria ce lo ha insegnato denunciare i propri redditi è peccato.
D'altronde siamo un popolo che solo qualche decennio orsono esponeva ai balconi, senza pudore, le lenzuola rossosangue della prima notte di nozze; o che ancor oggi tra un caffè e l'aperitivo sciorina tra i propri simili le realfantasie di coiti improbabili o agognati. Ma il reddito…….no, quello mai, fa parte di quella sfera intima, sensibile, coccolata e vezzeggiata, pudica, incondivisibile, alle volte anche con il proprio partner, figuriamoci con gli altri.
Quindi vi avverto, il seguente scritto non è adatto a un pubblico adulto, al cittadino medio italiano, ai deboli di cuore, ai pudici e morigerati. Insomma vige il bollino rosso. Anche se, per la verità, non si può fare di ogni erba un fascio e vi sono anche comporta menti “virtuosi” che segnaleremo con un sorriso J mentre quelli non commendevoli saranno indicati con un faccino imbronciato L.

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Siamo nello studio di uno stimato professionista, in una delle centralissime vie monzesi. Finita la visita la madre ringrazia e prendendo per mano la sua bimba si reca nell'ufficio della segretaria per fissare il prossimo appuntamento e pagare la prestazione.

Vuole la fattura?” domanda con tono molto professionale la segretaria del professionista dello studio professionale.
L
Beh…veramente…sono dell'idea che tutti debbano pagare le tasse” risponde la signora, guardando un po' stupita la segretaria, per lei poco professionale, del professionista dello studio professionale.
Certamente…..” – senza mostrare alcun turbamento, sempre con fare professionale, la segretaria compila e stacca in un battibaleno l'esecrato foglietto e lo porge suo malgrado alla signora “Grazie e arrivederci”.

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Siamo nell'officina di un lavoratore autonomo. Verso sera un signore passa a ritirare la propria bicicletta portata a riparare la mattina stessa.
Buona sera. E' pronta la mia bicicletta?” chiede gentilmente il signore sulla soglia dell'officina.
“Buona sera. Certo che è pronta, eccola là….” risponde il ciclista,indicandola sulla rastrelliera a fianco.
Bene. Quanto le devo?”
“Un attimo che vediamo?”
– il ciclista prende il foglio di carta ripiegato, che sta incastrato tra il telaio e il filo del freno subito sopra il fanale anteriore, sul quale abitualmente riporta le lavorazioni svolte e l'importo delle stesse “Era solo un problema di regolazione dei freni. Sono 4 Euro.”
Il signore estrae dal suo borsellino la moneta e la porge al ciclista “Eccoli qua, molte grazie e arrivederci” prende la sua bici e si accinge ad uscire dall'officina.
Un momento, un momento….” Lo richiama il ciclista “…lo scontrino, devo darle lo scontrino signore. Grazie e arrivederci.”
J


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Siamo nell'officina di un lavoratore autonomo (un'altra). La signora passa a ritirare la bicicletta portata a riparare il giorno precedente.
Buongiorno, è riuscito a riparare la mia bicicletta?”.
“Ma certo. Purtroppo però ho dovuto sostituirgli anche il copertone oltre che la camera d'aria. Era tutto consumato. Inoltre ho cambiato le spazzole dei freni, vedrà ora la sua bici è come nuova”.
“Bene. Quanto le devo?”
“Sono diciotto Euro” .
Un biglietto da venti euro passa da una mano all'altra. Il ciclista apre un cassetto dal retro del bancone, posa la carta, preleva la moneto di resto e la porge alla signora accompagnandola con un “Arrivederci e grazie”.
L
“Grazie a lei” risponde la signora inforcando subito dopo la bicicletta, dirigendosi verso l'uscita.

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Una telefonata giunge nello studio di un professionista.
Oh ciao, come stai”.
“Bene e tu?”
“Si, anch'io. Ascolta volevo ringraziarti per quel progetto che hai fatto per i miei genitori. E' andato tutto bene. Fammi avere la tua nota spese così ti saldo al più presto”.
“Bene, appena ho un attimo di tempo te la invio a mezzo e-mail, non ti preoccupare.”
Dopo qualche giorno giunge via e-mail la nota spese e rigiunge una nuova telefonata nello studio del nostro professionista.

“Ciao, sono io. Ho ricevuto la tua nota. Va tutto bene, ascolta però non farmi la fattura così evitiamo di far pagare l'IVA ai miei.”
“Certo. Ma l'importo che ti ho esposto va bene?”.
“Ma si, anzi grazie ancora.”
“Allora facciamo così. L'importo rimane quell, compreso di IVA. Ti preparo la fattura e quando puoi passa a trovarmi.”
J
“Ma no io non volevo….. no così non va…”
“Non ti preoccupare. Tu mi conosci come la penso in merito. Tanto io non divento né più ricco, né più povero di quanto sono adesso, i tuoi genitori sono soddisfatti del costo….cosa vuoi di più dalla vita!”.
“… Boh, se lo dici tu… grazie comunque e ciao”.
“Ciao a presto”.

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Siamo in una autofficina. Un professionista passa a verificare se per caso è pronta la sua auto.
“Buona sera. Passavo di qui per caso: è pronta la mia auto?”
“Buona sera, no non è pronta. Come le avevo detto sarà pronta per domani.”
“Va bene, ripasso domani allora”
salutando si accinge a uscire dal capannone.
“Ah, dimenticavo…..” lo richiama il meccanico “…..devo prepararle la fattura o…”
Senza fermarsi il professionista risponde “……… ma che fattura, tanto non posso scaricare più niente …….così mi ha detto solo ieri il mio commercialista.”
L
“Chiedevo solo, visto che lei è sempre così… fiscale…”
“Faccia come crede, arrivederci.”

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In un appartamento in fase di ristrutturazione l'idraulico ha concluso la posa di tutti i sanitari.
“Quando pensa di finire?”
chiede il proprietario.
“Dopodomani vengo ad allacciare la tubazione del gas alla nuova cucina che vi stanno montando e così abbiamo finito”.
“Bene. Si ricordi allora di fare tutti i conti e di portarmi anche la fattura così le saldo il tutto.”
J
“La fattura?”
con una faccia alquanto stupita il trumbè guarda il suo committente come fosse un marziano.
“Sì la fattura. Perché? Qualcosa che non va?” gli risponde il marziano.
“No, no, anzi. Per fortuna che qualcuno vuole la fattura, se no non saprei proprio come fare a fine anno!”
con un sorriso fino alle orecchie il trumbè saluta calorosamente il suo benefattore confermando il prossimo appuntamento.

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Notizie dal secolo scorso
Correva l'anno del Signore 1984. Sulle colline della Ciociaria una giovane punzella con il suo cavaliere, percorrevano in una notte d'estate, le strade buie e per loro misteriose alla ricerca di un luogo ove poter desinare.
Le strade erano deserte, in lontananza le luci fioche dalle vie e dalle finestre di piccoli paesi, indicavano la presenza di una comunità e con essa la speranza di un ristoro per i nostri due giovani.
Giunti finalmente nei pressi di un paese, in realtà niente più che un pugno di case, con gioia i nostri scoprono la presenza di una pizzeria.
Entrano, si rifocillano, e chiedono alla fine il conto.
Il ragazzo torna poco dopo con un foglietto di notes a carta quadrettata, fa per appoggiarlo sul tavolo quando il giovane si rivolge a lui dicendogli “è possibile per favore avere la ricevuta fiscale? grazie” .
Il ragazzo senza scomporsi, trattiene il foglietto e si dirige risoluto verso il signore baffuto e corpulento che sta dietro al banco, al quale comunica sottovoce la richiesta del nostro prode cavaliere.
L'uomo baffuto a quel punto si dirige a passi veloci verso i due giovani e chinandosi verso il cavaliere, guardandolo dritto negli occhi a un palmo del suo naso sentenzia : “E di quale importo la vuole il signore la ricevuta?Cento, centocinquanta, duecentomilalire?”.
L
Il tono della voce attirò l'attenzione di tutti i commensali presenti nella sala, che a onor del vero non erano pochi.
Il giovane senza batter ciglio, mescolando la sua incoscienza all'ebrezza del buon frizzantino fresco appena bevuto di rimando con un sorriso “no signore, mi basta dell'importo dovuto, per quanto abbiamo consumato, grazie”.
A quel punto l'uomo baffuto, trattenendo il respiro, con il petto gonfio come un gallo cedrone e le guance rosse come due arance al sole, si avventa……………………sullo scaffale di fronte al bancone e imprecando,bestemmiando, ingiuriando, tra ragnatele, polvere, carte, cartine e quant'altro, dopo non poco tempo riesuma un blocchetto di ricevute, intonso, illibato, immacolato.
Compila quindi con non poca fatica l'empio foglietto e porgendolo con disgusto ne ordina al ragazzo la consegna.
Dopo aver pagato e ringraziato i due giovani raggiungono repentinamente l'uscio, sorridenti ma guardinghi. Una volta fuori ridendo a crepapelle in un battibaleno si allontano da quel luogo così ameno, sventolando a mo' di bandiera il vituperato foglietto, ignaro di così tanto diletto.
J

Don Chisciotte


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  8 luglio 2007